Negli ultimi giorni, in maniera del tutto repentina e inaspettata, siamo stati invasi dalla notizia relativa al contagio del “Coronavirus” anche in Italia.
Vivendo in Veneto e quindi in una delle regioni colpite dal focolaio, sento necessario e doveroso affrontare l’argomento con un’analisi dal punto di vista psicologico.
Cercherò di spiegare come affrontare e gestire la paura e come spiegare quello che sta accadendo ai nostri bambini.
Di cosa abbiamo paura?
Quello che maggiormente ci spaventa è la paura di essere contagiati e di morire, assieme alla paura di perdere il controllo della situazione.
Di fronte a degli eventi epidemiologici di questo tipo, ogni essere umano prova fisiologicamente paura e si tende a reagire in maniera differente gli uni dagli altri, sulla base di diversi fattori (temperamento, livello di esposizione al pericolo, fattori culturali, contesto familiare, livello di istruzione ecc..).
Di per sé la paura ha una funzione adattiva, cioè di permettere agli uomini di fuggire dal pericolo e di proteggersi, ma diventa disadattiva e disfunzionale nel momento in cui è eccessiva e degenera in panico.
In quel momento, ci inibisce e non ci permette effettivamente di proteggerci.
Come si comporta l’uomo di fronte ad un pericolo e quando ha paura?
Di fronte ad un pericolo e ad una minaccia, impauriti, si tende a mettere in atto gli istinti primordiali: ci si approvvigiona scorte di cibo per mettersi al sicuro e ci si occupa di proteggere noi stessi e i nostri cari.
Alla luce di questo ci spieghiamo come mai i supermercati di tutta Italia siano stati presi d’assalto e svuotati, e perché mascherine e disinfettanti in gel siano ormai introvabili.
In realtà solo per i comuni ad oggi isolati e posti in quarantena c’è realmente una necessità di fare questi rifornimenti, data dalla situazione.
Per il resto del paese non c’è alcun pericolo di terminare le scorte di cibo e le immagini di scaffali vuoti che circolano per il web non fanno che incrementare ansia e far pensare, a chi ancora non si è rifornito, che non troverà più nulla in quanto arrivato troppo tardi. Non è così.
La paura che tutti noi proviamo non può togliercela nessuno, ma quello che possiamo fare è imparare a prendere le cose nella giusta misura e per quello che sono e gestire la minaccia e il pericolo.
L’ansia che degenera in panico, porta ad avere una percezione del rischio amplificata.
E’ importante quindi tenere a bada e non trasformare la paura in fobia e in uno stato di agitazione collettiva.
È fondamentale ricordarsi che “Il panico aumenta il pericolo, non lo diminuisce”.
Inoltre, il bombardamento continuo dei media ci fa percepire di essere in uno stato di allarme continuo, che tende a distorcere la percezione del rischio e ci spinge continuamente a cercare informazioni più rassicuranti, cadendo in un circolo vizioso che non è in alcun modo funzionale.
Come spiegare quello che sta succedendo ai bambini?
Così come gli adulti, anche i bambini stanno percependo quello che sta accadendo negli ultimi giorni e i relativi cambiamenti: scuole chiuse, feste di Carnevale annullate, sport sospesi, genitori a casa ecc..
E’ di fondamentale importanza dare un senso a tutto questo che per loro è importante!
- Non bisogna mentire in alcun modo ma spiegargli, in maniera comprensibile e non allarmistica e con un linguaggio adeguato in base all’età, che ci stiamo difendendo da “qualcosa” (mostriciattolo, virus ecc..) che non abbiamo ancora imparato bene a conoscere e affrontare.
- Bisogna far passare il messaggio che oggi è normale aver paura (importanza di accettare e riconoscere ogni emozione!) ma l’uomo, nel corso della storia, è sempre sopravvissuto ad ogni tipo di epidemia e ha saputo fare cose straordinarie.
Per cui bisogna affidarsi a quello che ci dice la comunità scientifica (educare i bambini alla corretta informazione) e mettere in atto le raccomandazioni (lavarsi le mani ecc..). - Può essere utile spiegare che tra i malati non ci sono bambini e che pare che loro abbiano una capacità naturale di resistere all’attacco del virus che, quindi, per i bambini non rappresenta una reale minaccia.
- E’ importante sottolineare il lato positivo rappresentato dall’occasione di passare del tempo in casa assieme ai propri genitori, dedicandosi ad attività piacevoli come preparare torte o biscotti.
Dunque, ricapitolando, le indicazioni che da psicologa mi sento di dare per gestire al meglio la situazione da un punto di vista psicologico, sono le seguenti:
- Leggere solo informazioni tratte da fonti ufficiali e scientifiche;
- Evitare di passare la maggior parte della giornata ascoltando tg e leggendo notizie sui social: utilizzare magari questo tempo libero per dedicarsi a fare qualcosa che ci piace e ci appassiona;
- Limitare i maxi-rifornimenti alimentari laddove non ce n’è bisogno: se proprio moriremo di fame, sarà per gli effetti del coronavirus sulla nostra economia;
- Qualora sentiate di non riuscire a gestire questa situazione, se vi impedisce di dormire, se vi genera degli attacchi di ansia o di panico, se l’ansia è troppo forte e limita le vostre attività quotidiane è utile chiedere aiuto ad un professionista psicologo in quanto l’ansia, laddove eccessiva, deve essere contenuta ed elaborata.
Dott. ssa Irene Leo – Psicologa
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